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Case in legno: normative e permessi

Case prefabbricate in legno: quali permessi ed autorizzazioni servono

Costruire una casa prefabbricata con struttura in legno è una valida alternativa ai sistemi tradizionali in muratura o cemento. Ma ciò non significa che queste case non siano soggette ai permessi e alle autorizzazioni, la trafila burocratica per la realizzazione di case in legno è la stessa delle case in muratura.

Le case in legno hanno il vantaggio di essere ecosostenibili, riescono a raggiungere un impatto ambientale pari a zero perché vengono impiegati materiali naturali, ad alto risparmio energetico.

Per quanto riguarda i permessi, spesso quando si parla di case prefabbricate si pensa che queste possano essere costruite senza concessione edilizia. In realtà non è cosi, in generale qualsiasi opera edilizia necessita di una concessione edilizia, sia che si tratti di struttura precaria posata su un terreno sia che la costruzione sia fissata su fondazioni. I soli casi in cui la legge italiana consente la realizzazione o installazione di abitazioni in legno senza richiedere il permesso di costruire, sono quelli in cui le abitazioni sono destinate a soddisfare esigenze temporanee. Se l’abitazione presenta un allaccio alla rete pubblica di fornitura di energia e illuminazione o all’interno prevede opere destinate al lungo periodo, non è considerabile come struttura temporanea. In questi casi bisogna procedere con le normative classiche per la costruzione di abitazioni.

Le autorizzazioni necessarie vengono rilasciate dalle amministrazioni comunali con tempistiche differenti da comune a comune, un tecnico incaricato si deve occupare di gestire tutta la pratica e preparare la documentazione necessaria. Oltre all’amministrazione comunale, in base ai vincoli del terreno potrebbe servire anche l’intervento della soprintendenza ai beni ambientali in caso di vincoli di tipo paesaggistico.

Quale documentazione è necessaria per la costruzione di una casa prefabbricata?

  • La relazione geologica.
  • Depositare il progetto al genio civile nel comune dove ricade il terreno.
  • Redazione dei piani operativi per la sicurezza nel cantiere (P.O.S.- P.I.M.U.S.).
  • Ottenimento del Premesso di Costruire o D.I.A. (dichiarazione inizio attività).
  • Comunicazione dell’amministrazione di Inizio e Fine lavori.
  • Incaricare il professionista responsabile del progetto di costruzione.


Per quanto riguarda le casette prefabbricate da giardino, bisogna verificare se ci sono specifiche indicazioni nelle normative locali, perché le norme per l’istallazione possono variare da comune a comune. Se non vi sono particolari normative locali si deve guardare alle disposizioni nazionali, il Testo unico per l‘edilizia, D.P.R. 6 giugno n. 380. In base al Comune di appartenenza una casetta in legno può rientrare nell’edilizia libera se rientra nelle dimensioni che possono variare dai 6 ai 20 mq., necessitando solo di una semplice comunicazione d’installazione al comune. Per quadrature più grandi invece sarà necessaria una pratica edilizia più complessa anche in base alle caratteristiche strutturali.

Quali sono i rischi se si costruisce senza permessi?

Il rischio di commettere un abuso edilizio non è da sottovalutare. E’ un reato che prevede la punibilità sia dal punto di vista amministrativo che penale. Può comportare ben due sanzioni: l’ammenda e/o reclusione penale passibile di prescrizione; le sanzioni amministrative pecuniarie e anche provvedimento di demolizione; riduzione in ripristino; confisca e acquisizione gratuita dell’amministrazione competente; l’amministrativa non va in prescrizione.

Non si va incontro al reato solo in casi specifici, ovvero quando sussistono contemporaneamente quattro requisiti: la collocazione della casa mobile all’interno di una struttura ricettiva all’aperto; l’ancoraggio temporaneo al suolo; l’autorizzazione all’esercizio dell’attività conforme alla legislazione regionale; la destinazione deve essere turistica ovvero occasionale e limitata nel tempo.

Si può costruire un prefabbricato su un terreno agricolo?

Un prefabbricato, contrariamente a quanti molti immaginano, è una vera e propria costruzione, soggetta quindi a tutti i vincoli e limiti previsti per l’edificabilità su un terreno agricolo.

Per costruire in una zona agricola, infatti, bisogna rispettare determinati requisiti che sono:

  • costruire nei limiti previsti dallo strumento urbanistico vigente, per un massimo 0,03 metri cubi a metro quadro);
  • il proprietario deve esercitare l’attività di imprenditore agricolo da almeno 3 anni.


Dunque, un prefabbricato si può fare su un terreno agricolo ma solo previa autorizzazione e nel rispetto di vincoli urbanistici, edilizi, ambientali, paesaggistici, in conformità alle normative regionali di settore.

Quindi anche la costruzione di una casetta prefabbricata, ad esempio in legno, deve sottostare alle stesse regole valide per un edificio in cemento armato o in muratura.

Per essere sicuri se è possibile costruire in un determinato terreno agricolo è necessario richiedere, presso l’ufficio tecnico del comune dove è ubicato il terreno, il certificato di destinazione urbanistica. Questo documento permette di conoscere cosa si può fare in un determinato terreno e se ci sono vincoli.

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